Glaciers was recorded and conceived between Peru, Sardinia and Istanbul.
Ziklibrenbib: “un véritable laboratoire d’expérimentation.” Beach Sloth: “With “Glaciers” Elya allows for an ornate, multi-layered approach one that embodies a sense of pure freedom.” Nylon and Turtle: “Elia Casu es un artista muy especial y único, expresando con su música mucho más que sonidos, un lenguaje escondido del alma.” Kathodik: “Corpi in movimento propositivo ed ampi spazi dove parola e gesto collassano.” Yeah I Know It Sucks: “You would think that the work would be gigantic, but the artist kept the impressions nice and compact.” NetMusic Life: “Glaciers è natura, senza dubbio a modo suo, ma in ogni traccia sento il profumo di terra dimenticata, di liquidi ribelli e vegetazione nascosta dietro ad un impercettibile movimento.” Distorsioni: “Una musica che produce, permettete il paradosso, un profondissimo silenzio che scava nell’insondabile dell’esistenza, nel mistero dell’infinito.” Traks: “Un lavoro interessante e completo, cesellato con attenzione.” Ondarock: “…temi melodici portanti piuttosto semplici – descrivibili quasi come un’elettroacustica da videogames – sono contemporaneamente stravaganti e ingegnosi, dotati di una bizzarra eccentricità che li rende interessanti e per nulla convenzionali.” Music Won’t Save You: “…un lavoro conciso ma pienamente esaustivo, sospeso nella dimensione spazio-temporale dell’immaginazione.” SoWhat: “Un viaggio eterogeneo attraverso territori differenti dislocati in punti distanti sul globo” the sunday experience: “…the quite seductive ‘Chinese calendar’ has been sent on ahead to arrest passing listeners…” Benzine Magazine: “Une promenade bucolique aux sonorités ambient et folktronica…”
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